30 anni fa. Esattamente a metà ottobre del 1993 lasciavo mia moglie. Avevo trovato il monolocale in via dei saraceni, dietro al tribunale. Lasciavo una vecchia casa, senza un bagno decente, per qualcosa di migliore. Qui c’era una bella vasca da bagno, un bidet, un lavabo dalle misure standard. Potevo lavarmi in tutta comodità, soprattutto i genitali. La moglie mi rimprovera che puzzavo, ma non potevo andare nel bidet dei suoceri, a cento metri fuori casa, ogni volta che ne avevo bisogno. Avevamo un micro gabinetto con un piccolo lavabo formato bambino e una doccia minuscola. Con il suo flessibile, abbastanza lungo, si faceva il bidet seduti sulla tazza del water. Era talmente a misura di nano che gli escrementi di un adulto non passavano. Più di una volta avevo dovuto infilare una mano per liberare il passaggio che scaricava nel pozzo nero. E svuotare il pozzo nero era un’altra incombenza che mi toccava ogni tanto. Una nausea da vomitare! Ho lasciato la moglie anche per colpa di quella casa.
Il povero Uccelli, un collega amico, mi aveva trovato il monolocale. Mancava solo quello per chiudere quella brutta storia con una donna che non amavo più da anni, che mi opprimeva con la sua gelosia, che si negava quando volevo fare del sesso. A 35 anni ero molto attivo sessualmente ma ero incapace di cercare un’amante per soddisfare gli impulsi. Desideravo la mia compagna ma spesso si negava per vendicarsi che non l’amavo più e la cercavo solo per i miei bisogni.
Una volta le regalai delle mutandine di pizzo nero estremamente sexy. Le indossò per accontentare una mia fantasia erotica, poi me lo rinfacció più di una volta, essendosi pentita.
Molti trovano il sesso che desiderano fuori dalla coppia. Ma non ero il tipo di farlo, troppo timido e molto insicuro. Forse non sarei andato via se avessi avuto qualche scappatella. Trovando la forza di lasciarla, il coraggio che serviva per chiudere un rapporto inutile, ho trovato la sicurezza che mi mancava.
Dopo è stato più facile, trovare una donna e fare sesso più di frequente e soddisfacente. La prima, un incontro fortuito ma colto al volo, si innamorò. Purtroppo, per entrambi, scambiava le mie pulsioni erotiche per amore. Non se ne è resa subito conto; mi ha lasciato sfogare fino a che mi sono stancato e l’ho lasciata. Ha fatto delle scenate terribili, fuori la porta del monolocale, attirando l’attenzione dei vicini, quando mi sono messo con un’altra. Non posso darle torto, si era prestata a tutto ciò che le chiedevo convinta di avermi legato a se.
Il mio scopo è sempre stato uno solo: fare a meno degli altri. Ho imparato a fare tutto da solo. Diventare autonomo per non dipendere da nessuno. E ci sono riuscito. Con l’esperienza ho imparato a non chiedere aiuto, a risolvere i problemi senza dire grazie ad alcuno. E questo mi ha dato un senso di onnipotenza. Io sono tutto ciò di cui ho bisogno.Così mi sono allontanato dalle persone, essendo autosufficiente e pieno di me stesso. E non sono capace di essere d’aiuto.
Se mia figlia mi ringrazia per averle dedicato un poco di tempo, mi spiazza. Se mi chiede scusa per avermi trattato sgarbatamente, rimango sorpreso. Il mio orgoglio mi ha tolto umiltà, non chiedo scusa. Invecchiando sto provando a cambiare, grazie a lei. Negli anni sono migliorato un pochino, ma ho troppo insistito sulla mia capacità di autonomia, rovinando dei rapporti.
La cosa più pesante che ho dovuto sopportare da adolescente ribelle è stata la dipendenza da chi aveva la mia tutela. Dopo aver rifiutato la famiglia genitoriale, avevo bisogno di tutti, economicamente e non solo. Divenuto adulto ho inaridito gratitudine, affettività e la condivisione.