Pacco di Natale

Dopo anni finalmente si trova un accordo tra me, Lorenza e Mariella per recarci a Collagna. Zia Teresa, difficilmente disponibile per la sua salute – è capitato di rinunciare anche all’ultimo minuto per improvviso malore- è felicissima di averci a pranzo. Ha in serbo tortellini in brodo e cotechino!
Ma soprattutto vuole parlare un po’ con noi. Mariella è tanto che non la sente. E Mariella, affrontando un percorso tutto curve, è ben disposta al viaggio. Partiamo presto, troppo presto. Me la prendo perciò con molta calma. Sia per perdere tempo, sia per non far venire il mal di stomaco alle due passeggere. Non solo la via è tutta curve ma la giornata è pessima. Pioggia insistente e banchi di nebbia rendono il viaggio più impegnativo del solito.

Si fa colazione in un bar, si chiacchiera, si commenta la desolazione di vivere in quei borghi, che raggiungiamo man mano, domandandoci come si riesca a vivere in quei luoghi. Soprattutto in periodi come questi. Pioggia, freddo e buio presto. Insomma si arriva a metà mattina in vista del paesello. È sempre troppo presto; pensiamo siano ancora in pigiama visto che ci aspettano per ora di pranzo. Quindi, per perdere ulteriore tempo, giro per Collagna, in auto perché piove, facendo su è giù per stradine strette. Mi fermo pure per comperare sigari dal tabaccaio, con molta calma. Sempre discutendo sulla vita grama per chi vive a Collagna.

Alle 10.30 parcheggio finalmente davanti casa di zia Teresa. Vado a vedere se è sveglia, loro restano indietro. La trovo che pulisce il pavimento ed è bella sveglia. Entriamo tutti: baci e abbracci calorosi. È proprio sincera nelle sue manifestazioni di affetto. È una vita che vogliamo incontrarci. Mette su il caffè, vista l’ora presta, e inizia a raccontare del suo ultimo periodo. Francesca, la figlia che vive in Islanda, ha trascorso qualche giorno da lei e le ha lasciato un gatto nero. Ma questo regalo è poco gradito. Infatti, nonostante abbia già diversi gatti che vivono con lei ma fuori casa, questo è arrivato pieno di pulci e lo deve tenere dentro casa. Ha infestato dappertutto ed è pure intollerante alle cure. Mentre racconta tutta questa vicenda, con diversi particolari, le mie due compagne iniziano a guardarsi intorno. Il gatto si affaccia in cucina. Non solo cammina sul pavimento ma sale anche sulle superfici più alte. Com’è noto i gatti amano salire sui mobili. Teresa ci fa pure notare, molto infastidita, i peli lasciati sulle tendine delle finestre. E la cura che ha dovuto mettere nel ripulire ogni cosa a causa della bestiola pulciosa. Mariella e Lorenza sono al collasso. Non dicono nulla ma dentro sono agitate. Teresa ci dice che la situazione è migliorata, ma dentro di loro stentano a crederci.

Ad un certo punto io decido di fare un saluto a zia Adriana, tanto è ancora lontana l’ora del pranzo. Loro prendono la palla al balzo. In men che non si dica, sotto la pioggia incessante, ci ritroviamo in strada. Affermano, senza troppi preamboli, che non rientreranno più in casa di Teresa. E che doveva evitare di invitarci in quella situazione. Si sentono a disagio e temono di prendersi le pulci. Lorenza consulta subito sul telefono tutte le informazioni sull’argomento. Per smuovere la mia imperturbabilità. Sono scandalizzate dalla cosa. Raggiunta casa di Adriana, continua la discussione sul gatto pulcioso. Non hanno nessuna intenzione di trascorre un minuto di più in quella casa. Adriana si offre di metterci a tavola, visto che non pranzeremo più da sua sorella. Rifiutiamo cortesemente, ma io dico loro che adesso torniamo là e spieghiamo ogni cosa.

Ero molto contrariato ma Mariella e Lorenza erano incavolate e nello stesso tempo imbarazzate. Dovevamo affrontare la situazione senza reticenze. Torniamo da Teresa e, restando sulla porta, le chiariamo la nostra posizione. Lei è forse più a disagio di noi, non se lo aspettava. Ma siamo così onesti che non può che prendere atto delle nostre decisioni. Attilio, il marito, entra in quel momento e capisce poco, ma da quel poco vediamo una reazione scocciata. In pochi minuti ci ritroviamo sulla via del ritorno. I commenti sono tra la grande figuraccia fatta ma pure sulle ragioni della fuga per cui ora ci ritroviamo, all’ora di pranzo, a rimediare ad un viaggio a vuoto. Più tardi, a metà strada in una pizzeria, scrivo un lungo messaggio di scuse.

Una risposta a "Pacco di Natale"

  1. Lasciare una Signora che ha cucinato per me solo perché ha un gatto pulcioso in casa, mi sembra poco cortese, come minimo… ma non giudico. Ognuno è giudice se stesso. Dalle mie parti, dove le persone vivono a stretto contatto con gli animali dalla mattina alla sera, una cosa così semplicemente on la si può capire.

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