La citazione corretta è “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj. Non l’ho mai letto. Ma ho visto il libro, il volumone del russo di 1500 pagine. Gli sono serviti sette anni per scriverlo. Questo mi dice quanto sia stato difficile e complesso. E che impegno occorra per leggerlo fino in fondo. Oggi per comprendere, seguire e giudicare una guerra si accende la televisione o il computer. In poche battute, a seconda del proprio orientamento, si riesce a prendere una posizione, dare un giudizio. Il più delle volte sono guerre tra piccoli stati, lontani anni luce da casa nostra. Guerre regionali le chiamano, conflitti locali che interessano relativamente. Poi arriva la guerra in Europa, dietro casa, e qualcosa cambia nella percezione.
La pandemia è finita. Il covid19 un lontano ricordo. La guerra, questa volta vicina, ha totalmente preso il sopravvento. Su tutto, soprattutto su noi. E la viviamo ora per ora, in diretta sugli schermi, informati quasi in tempo reale dei progressi dell’invasione. Una cronaca puntuale che ha monopolizzato le nostre vite, concentrate, in attesa di notizie, sui cellulari, sui tablet, sui monitor delle tv, mai così a lungo accesi come in questo momento. La guerra ci ha colto di sorpresa. Inattesa e imprevista. Nessuno ci credeva che sarebbe iniziata, qui da noi, in Europa. Ancora io non me ne rendo conto, mi sembra una finzione.
Le immagini di distruzione e di dolore, tanto dolore mi lasciano attonito. Non può essere, mi dico, non è vero tutto questo che vedo in televisione 24 ore al giorno, da quel maledetto 24 febbraio 2022. No, non può essere, dobbiamo ancora riprenderci dalla pandemia, due anni esatti orsono, che mi ha fatto stare male, destabilizzato. Guerra, guerra alle porte, guerra in Europa, guerra che mi riporta all’ansia dei contagi, alla conta quotidiana dei morti, della reclusione in casa, dello sconvolgimento sociale per mesi e mesi, senza vederne la fine. Guerra.
Sono senza forze da opporre a questa nuova catastrofe. Non ho resistenza necessaria a sopportare tutta questa sofferenza che mi piomba addosso dalla televisione. Ho la guerra in casa. Tolstoj la raccontava attraverso l’epopea dei suoi personaggi, era filtrata e spalmata nelle 1500 pagine. E posso pensare che in alcuni capitoli non era nemmeno raccontata, anche se faceva da sfondo. Oggi la mia giornata ha per sfondo la guerra. Non sento il rumore dei bombardamenti ma ne vedo gli effetti devastanti che rimbalzano da là a qua per mezzo della tecnologia. Non vengo risparmiato in nulla. Ci devono far sapere, ci devono far vedere, ci devono far capire chi e come si sta muovendo questo o quello, vogliamo farci un’opinione, vorremmo essere d’aiuto in qualche modo e siamo impotenti. Anche incapaci di spegnere i canali d’informazione per chiuderci nel buio del sonno, stremati da notizie sempre più sconfortanti. Guerra o pace.