“Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito è il momento in cui tutto ha inizio” Jim Morrison
6 Marzo, secondo giorno.
Ancora non ci crediamo. Sorpresi da questa escalation che ci coglie impreparati. Soprattutto psicologicamente. Le nostre vite sono pesantemente condizionate, anche se qui, per adesso, è ancora tutto abbastanza sotto controllo. Siamo coinvolti al punto che rinunciamo ad andare nei ristoranti, entriamo nei centri commerciali con apprensione e ci laviamo le mani con quella cura che mai avremmo usato fino a qualche tempo fa.
Chiudere le scuole è stata la più palese dimostrazione della gravità del diffondersi del contagio. Il presidente Mattarella ha parlato alla nazione ieri sera attraverso la televisione. Ha mandato un messaggio che vuole essere tranquillizzante ma intanto sale l’ansia. Questo episodio lo testimonia. Mia figlia era a cena in casa di un compagno di scuola. Quando è andata in bagno i suoi genitori le hanno dato una salvietta personale per asciugarsi le mani e le hanno dato il denaro delle pizze dentro un fazzoletto di carta.
Mia moglie, insegnante e quindi forzatamente in vacanza, ha fatto pressione perchè non parta per la settimana bianca in Piemonte. E’ fortemente preoccupata e vive le sue giornate senza lavoro con malessere. Io cerco di stare tranquillo e fare le solite cose. Ma non é vero, mento a me stesso.
9 Marzo, quinto giorno.
Siamo nel caos. Il provvedimento del Governo, chiudere tutte le zone più contagiate e limitare gli spostamenti delle persone, ha spinto centinaia di famiglie a emigrare velocemente verso il sud dell’Italia. Spaventati dalla pura del virus e dal rischio di rimanere bloccati dentro città come Milano, chi ha una casa altrove sabato sera, appena trapelata la notizia, ha fatto in fretta le valige.
Il sindaco di Forte dei Marmi, comune abitato notoriamente da lombardi, ha preso posizione. Nè lui nè i governatori delle regioni meridionali accetano un esodo che può provocare il diffondersi del contagio. Gli appelli a restare fermi è inutile. Ci hanno chiesto di tenere un metro di distanza tra noi e le persone. Ho visto alla televisione molti ragazzi uscire sabato sera e riunirsi come sempre nei quartieri di Roma. Non rinunciano alla vita sociale e non rispettano le minime raccomandazioni impartite dagli esperti.
10 Marzo, sesto giorno.
Tutta l’Italia da oggi, per Decreto del Presidente del Consiglio, è zona “Arancione”, sottoposta a misure per contenere l’epidemia di Covid-19. Vietati tutti gli assembramenti pubblici e privati. Bar e ristoranti chiusi alle ore 18. Si invita tutta la popolazione a muoversi solo per esigenze indispensabili: andare al lavoro, fare la spesa e ragioni di salute. Fermate le attività non indispensabili. In altri termini restare in casa. Scuole chiuse fino al 3 Aprile. Fermato il Campionato di calcio di Serie A e tutte le competizioni sportive. Chiusi anche tutti gli impianti di risalita sulle piste. L’Italia è diventata un’unica zona protetta. I contagiati sono circa 8000 e i morti 463.