Delle sfide incontrate, di quelle cercate, di quelle vinte e di quelle perse. Poche. Si perchè la mia vita è costellata di sfide. Fin da piccolo, anzi, neonato. E per la Legge dei Grandi Numeri se vivi costantemente di sfide, ti ci abitui. E spesso si vincono.
Naturalmente hanno un prezzo. Danni collaterali. Mors tua Vita mea. E se possibile ti lasciano sempre più solo, al tuo destino di sfidante. I vincitori possono diventare antipatici.
Hai presente quando ti scappa un lo-sapevo-che-finiva-cosi? Ecco. Tu hai avuto ragione e l’altro torto e non ti butta le braccia al collo. Queste sono le piccole sfide quotidiane. Poi ci sono quelle che non ti frega niente di avere ragione su qualcuno. Sono sfide che ti imponi per l’enorme ego che devi alimentare. Sfidi te stesso. Infide, perchè alla fine ti rimane una grande stanchezza. Un vuoto che devi colmare. Con altre sfide.
Res Fortuna
Confido aprioristicamente sulla buona sorte. Pochi calcoli e speriamo vada bene. E quando il denaro scarseggia si fa di necessità virtù.
La mia prima moto non era a posto. Ma chissenefrega. Volare via dalla città per sconfinate avventure in provincia era l’imperativo. Due ruote sono meglio di quattro. Non esiste mezzo migliore per correre incontro alla vita. Non sei isolato dall’esterno, chiuso dentro una scatola di metallo, insensibile al movimento, alla temperatura dell’aria. Due ruote ti attaccano all’asfalto ma tutto il corpo si muove nel fluido della velocità come librato dal suolo. Visuale a 360°. Rumori odori brividi epidermici. Due ruote un’esperienza liberatoria e sensoriale.
La meta. No senza meta. La meta è un vincolo, interrompe il piacere del viaggio. Ci pensa il motore, allora.